Per un Museo della Fiaba: abstract
Per un Museo della Fiaba:
Fiabe e castelli hanno sempre convissuto nell’immaginario popolare lasciandosi modellare solo da mani sapienti, mani in grado di vedere oltre l’illusione del tempo. Tante epoche sono passate eppure il fascino di quest’unione è ancora oggi estremamente affascinante.
Il Museo della Fiaba vuole essere un piccolo omaggio a quest’unione così antica, un rifugio nel quale Re, Principesse, Contadini, Maghi, Cavalieri e Saltinbanchi si possano liberamente sbizzarrire, intrecciando i loro destini per gioco, così come amava raccontare Italo Calvino.
Gli spazi del Museo guidano attraverso un’esperienza itinerante, dinamica: un viaggio dell’anima, tra sentieri perduti e briciole sparse per indicare una via da seguire…

L’Idea
Il lavoro di rilievo scientifico e l’analisi delle trasformazioni storiche eseguite sulla Rocca sforzesca di Dozza imolese hanno costituito i principali strumenti d’indagine del manufatto architettonico.
Credo che si possano far rivivere monumenti architettonici attraverso la trasmissione di conoscenze vivibili, sperimentabili e plasmabili. Lavorare su oggetto così denso di storia e di significato ha costituito il primo, ma non ultimo, motivo legato alla scelta di progettare il Museo.
La fiaba offre questa possibilità: è malleabile come argilla. La sua forma si è strutturata attorno alla conoscenza, forse per difenderne il contenuto simbolico dagli attacchi delle passeggere esigenze dell’uomo. Anche la forma della Rocca si è evoluta ed è cresciuta nella sua accezione difensiva, per adattarsi e rispondere alle crescenti strategie offensive.
Le fiabe hanno ospitato i castelli da che se ne ha memoria: re, principi e regine sono i principali protagonisti delle storie che si narrano, tant’è che nell’immaginario popolare quando si pensa ad una fiaba generalmente si associa un castello.
Gli spazi del castello sono ampi o angusti, luminosi o tetri, aperti o chiusi, bassi o alti, grigi o colorati, a volte gli ambienti sembrano portarti lì e invece s’interrompono davanti ad un muro appena voltato l’angolo.
Le storie narrate nelle delle fiabe hanno spesso una struttura comune: i viaggi dell’anima possono essere tortuosi o lineari, oscuri o splendenti. Da qui la ricerca di un linguaggio architettonico declinato come un racconto esperienziale in grado di fornire punti di fuga alla fantasia dei bambini.
Il progetto per il museo parte dal presupposto di poter offrire un rifugio alla Fiaba, modellando spazi nei quali essa possa vivere con incantesimo che l’accompagna.
Forse, se si sentirà a suo agio, la fiaba ricambierà la cortesia dell’ospitalità, magari lasciandosi raccontare attorno ad un albero in cima ad una montagna…